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Grottaglie, via libera al PRIMO centro italiano di smontaggio e riciclo degli aerei

14 noviembre 2023

Aggiudicata la concessione ventennale a un’Ati guidata dalle pugliesi Ecologica e Cisa: così sarà recuperato fino al 90% degli aeromobili. Vasile (Adp): “Grottaglie si inserisce in un mercato globale, quello dello smantellamento, montaggio e del riciclo degli aeromobili, che nei prossimi 20 anni interesserà circa 15mila aeromobili”

Sarà un’associazione temporanea di imprese, guidate dalle aziende pugliesi Ecologica spa e Cisa spa, operanti nel settore delle grandi bonifiche e nella valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, a far nascere nell’Aeroporto di Grottaglie, in provincia di Taranto, il primo centro italiano di “dismantling”, cioè smontaggio, smantellamento e riciclaggio degli aerei giunti ormai a fine vita. Obiettivo: recuperare e riutilizzare una quota non inferiore all’85-90% degli aeromobili, tra commercializzazione dei pezzi di ricambio e riciclo dei materiali.  Il progetto è stato presentato il giorno 9 novembre 2023 a Ecomondo alla presenza del viceministro MASE, Vannia Gava, e con l’intervento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; del presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile; del presidente del Gruppo Cisa, Antonio Albanese; del direttore generale di Ecologica Spa, Vito Miccolis.

L’Ati è risultata aggiudicataria di una procedura per la concessione ventennale da parte di Aeroporti di Puglia: grazie a un investimento privato di circa 16 milioni di euro che interesserà una superficie complessiva di oltre 18mila metri quadrati, nello scalo aeroportuale jonico “Arlotta” è prevista la costruzione di un hangar, lungo 80 metri e largo 82, in cui saranno smontati e “rigenerati” i singoli aerei, nonché la realizzazione di una palazzina magazzino-uffici. L’attività produttiva sarà ispirata ai criteri di massima sostenibilità, aspetto che ha visto riconosciuta la valenza progettuale rispetto ad altre proposte. Per quanto riguarda il risparmio energetico, oltre a un impianto fotovoltaico completo di sistema di accumulo nonché di impianto solare-termico, la copertura dell’hangar sarà realizzata in modo tale da ottimizzare al massimo la luce naturale risparmiando una notevole quantità di energia.

Il centro di Grottaglie, differenziandosi da alcuni esempi europei, è all’interno di un sistema logistico che vede come partner la Gesfa, azienda che gestisce una piattaforma cargo e attualmente opera per conto di Boeing per il trasferimento diretto negli Stati Uniti delle fusoliere prodotte nello stabilimento Leonardo di Grottaglie.

Il piano industriale prevede tempi di costruzione di due anni (dopo l’ottenimento delle relative autorizzazioni) e una volta a regime si stima un “traffico” di almeno 12 aerei l’anno fra le tre differenti tipologie in base alla fusoliera (“narrow body”, “wide body” e “regional jet”, ovvero aerei di grandi, medie e “piccole” dimensioni). A Grottaglie, insomma, potrà essere “rigenerato” un gigante come un Boeing 747 o un velivolo da 100 posti.

L’obiettivo del progetto si colloca in un contesto internazionale che prevede un piano di dismissione di oltre 1.000-1.500 aerei civili l’anno nei prossimi 15 anni con un avvicendamento che vedrà il parco aeromobili in gran parte rinnovato (senza escludere l’eventuale opzione per i velivoli militari). Il ciclo di vita di un velivolo da trasporto non supera i 25 anni e le nuove scelte ambientali da parte dei costruttori dei giganti del cielo punta a far volare aerei meno pesanti per risparmiare soprattutto sui carburanti oltre che sui costi di costruzione (fibra di carbonio). A titolo di esempio: un Boeing 747 – ormai destinato alla conclusione del lifecycle – pesa oltre 180 tonnellate rispetto a un A 300 che ne pesa 87. Da qui la scelta –

necessità di recuperare quante più parti possibili da un vecchio aereo, reimmetterle nel circuito dell’economia riducendo al minimo la quota destinata allo smaltimento.  Grazie al riuso e riciclo dei vecchi aerei, nel centro di Grottaglie è stimato un volume d’affari di oltre 30 milioni l’anno (per una dozzina di velivoli) attraverso il recupero delle componenti di valore (motori, carrelli, sistemi idraulici, freni, ecc.) destinati a pezzi di ricambio (regolarmente “certificati”) e alla vendita del materiale riciclato (un aereo è composto per il 70% di alluminio, 15% acciaio, 5% rame, 5% titanio, 5% materie plastiche e fibre varie).

“Circa il 90% del valore totale dell’aeromobile fuori uso – sottolinea Antonio Albanese, presidente del Gruppo Cisa – è generato da parti che possono essere riutilizzate come componenti certificati, mentre la quota dei materiali riciclabili ammonta solo al 10% del valore dell’aeromobile, sebbene rappresenti dal 50% al 60% del suo peso. I nostri studi confermano che il progetto, oltre a generare ricchezza per l’indotto, può far diventare la Puglia un punto di riferimento a livello internazionale”.

“Ancora una volta – ha dichiarato il residente della Regione Puglia, Michele Emiliano – il Paese chiama e la Puglia risponde. In questo momento storico in cui si rende necessario sostenere gli insediamenti industriali e qualsiasi iniziativa che porti benefici al sistema Italia, la Regione è scesa in campo per questo nuovo progetto a favore dell’ambiente e della sostenibilità. E non poteva che trovare occasione migliore, cioè una delle più importanti rassegne dedicate all’ambiente, per annunciare un progetto interamente Made in Puglia in un settore, quello del disallestimento e riutilizzo di componenti aeronautiche che nei prossimi anni è destinato a crescere notevolmente. Ritengo che, con questa iniziativa unica nel panorama italiano ed europeo, Aeroporti di Puglia abbia fatto centro. Ma soprattutto, Grottaglie si conferma, sempre più, quale infrastruttura strategica non solo per il territorio, ma per l’intero sistema Italia”.

“L’idea del Dismantling nell’aeroporto di Grottaglie – ha dichiarato il Presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile – nasce dall’obiettivo definito dal Piano Strategico di AdP di creare un polo di eccellenza industriale a Grottaglie la cui caratteristica fosse l’unicità. Infatti, questo tipo di servizio che verrà effettuato nello scalo jonico, si inserisce in un mercato globale, quello dello smantellamento, montaggio e del riciclo degli aeromobili, che nei prossimi 20 anni interesserà circa 15mila aeromobili. Tale iniziativa è molto rilevante, in quanto problematiche emerse nel settore della distribuzione dei materiali aeronautici hanno evidenziato la necessità di regolamentare le operazioni di demolizione e smantellamento degli aeromobili per le possibili ripercussioni che tale attività possono avere sulla sicurezza del volo. L’investimento per l’avvio del Dismantling a Grottaglie, quindi, si fonda su un programma previsto da AdP nel proprio piano industriale nell’ambito della specializzazione logistica e industriale dello scalo jonico in seno alla Rete aeroportuale pugliese. Di qui la gara internazionale, vinta da un’ATI pugliese, attorno alla quale si è concentrato l’interesse di player internazionali. Ma, soprattutto – ha continuato Vasile –, va sottolineato il fatto che ancora una volta i privati raccolgono l’appello del pubblico creando una catena di valore che non ha eguali. La complessa attività, che verrà realizzata su Grottaglie, sottintende a specifiche autorizzazioni e al rigoroso controllo da parte delle autorità aeronautiche italiane e degli organismi internazionali del settore. Siamo orgogliosi che tutto ciò avvenga in Puglia. Abbiamo centrato un importante obiettivo grazie alla collaborazione con la Regione, ma soprattutto siamo orgogliosi che la nostra regione si connoti ancora una volta quale modello per la realizzazione di progetti all’insegna della sostenibilità ambientale, del reimpiego delle materie prime e della salvaguardia dei livelli occupazionali specializzati nella lavorazione dei metalli nell’area tarantina”.

“Il progetto del centro di Grottaglie – sottolinea Vito Miccolis, direttore generale di Ecologica Spa – è ispirato ai criteri di massimo rispetto ambientale: lo scopo del polo industriale sarà quello di arrivare a punte anche superiori del 90% del recupero di un aereo in disarmo grazie a un progetto in cui abbiamo tenuto conto dell’impatto ambientale”.